Nelle ultime settimane si  sono ripetutamente verificate richieste da parte di familiari di poter consegnare materiale scolastico dimenticato a casa, richieste rimaste insoddisfatte.
Come avevo avuto modo di chiarire con i genitori delle classi prime nella riunione di inizio anno, l'indicazione data al personale di non consegnare materiale durante l'orario scolastico non nasce da una mancanza di disponibilità nei confronti dei vostri bisogni, ma da un'ovvia finalità educativa.
In tutto il percorso scolastico, scuola e famiglia si propongono di collaborare per far crescere persone autonome e dotate di senso di responsabilità, autonomia e senso di responsabilità che variano in modulazione ed espressione nelle diverse fasi della crescita. Possiamo ben dire che, arrivati alla scuola superiore, dovreste essere in grado di gestire l'organizzazione del vostro materiale "di lavoro" (come dico sempre, non chiamo una seconda volta l'idraulico che arriva senza cassetta degli attrezzi...) o di affrontare le conseguenze della vostra distrazione o disorganizzazione: se è un episodio occasionale, rimedierete facilmente; se capita frequentemente, può essere un segnale non trascurabile di scarso interesse su cui riflettere.

Essere ragazze e ragazzi autonomi significa saper organizzare la propria quotidianità senza che qualcun altro sia sempre pronto a porre rimedio alle nostre mancanze.
Invito dunque tutte le studentesse e gli studenti ad un moto di "indipendenza" che non li spinga a chiamare i familiari (per chi ha qualcuno disponibile ad intervenire a qualunque ora, gli altri si devono comunque arrangiare...) se  la cartellina da disegno, il libro o le scarpe da ginnastica sono rimasti a casa.
E invito le famiglie a sostenere, non a sostituirsi: a non intervenire per risolvere al posto dei figli piccole questioni quotidiane assolutamente alla portata di ragazzi che guidano lo scooter o l'auto, passano la serata fuori con gli amici, votano se cambiare la Costituzione.
Ad ognuno i propri compiti.